mercoledì 29 dicembre 2010

NASCITA DI UN GIOIELLO

In queste immagini vi mostro il metodo che ho utilizzato per la costruzione di questo anello.
Inizialmente ho realizzato tutti i pezzi che lo compongono in cera, sono varie le tecniche per realizzare le cere: modellazione manuale partendo dai blocchi, progettazione 3D, ecc.
Ognuno può scegliere quella che preferisce.


In queste immagini vediamo le cere già fuse in Oro Bianco e Oro Giallo.
La sgriffatura per l'incastonatura delle pietre richiede molta precisione, io la realizzo direttamente sulla cera solo quando sono veramente sicuro del risultato. Può essere ricavata anche successivamente, sui pezzi già in metallo.
Questi pezzi possono apparire con forme astratte, ma non lo sono. In questo modello intervengono numerosi fattori che se non valutati attentamente possono compromettere il risultato finale.
Quando l'anello è completamente assemblato, la cintura della pietra deve essere di poco sotto la sommità dei giri superiori. Di poco, non deve essere affogata, troppo bassa, ma non deve essere nemmeno troppo alta altrimenti le griff che fermano la pietra centrale vanno ad invadere il poco spazio, in altezza, per le pietre di contorno, se gli apici di queste affiorano negli incastri per le griff, che vedrete, si rischia di non poter completare l'incastonatura delle pietre piccole.
In questo caso, tutto da rifare.




Rifiniti tutti i pezzi ho proceduto con l'incastonatura del pezzo centrale, alla base dell'anello,che dopo non sarebbe più fattibile. Poi su questo ho montato il griff per la pietra, ( è un Diamante a Goccia di ct. 2,01 ). A questo punto, valutandone l'altezza in modo molto scrupoloso, ho incastonato la pietra.
Questa operazione ha richiesto la continua affiancatura dei due giri alti per non trovarmi nei problemi di cui accennavo precedentemente.




Per fare in modo che le griff della pietra centrale risultassero il meno visibili possibile, così da far risultare la pietra quasi sospesa, come se fosse solo tenuta dai due giri di brillantini, ho realizzato questi piccoli incastri che servono ad accogliere, quindi a nascondere, le griff.
Questa è un operazione molto lunga e difficile, se mal eseguita può compromettere la riuscita dell'anello.
Bisogna pensare che una volta posizionate le griff in queste sedi devono essere saldate.




Sono questi i punti precedentemente calcolati con estrema precisione.
La parte alta di questi incastri sembra già troppo vicina alla sgriffatura superiore, ma è al punto giusto.
Se fosse più bassa si rischierebbe meno ma poi a oggetto finito la pietra centrale risulterebbe troppo bassa, anche se si parla di un paio di decimi di millimetro.




In questa immagine si può vedere come deve essere il risultato nella parte tonda della goccia. Nella punta il griff non ha ancora l'incastro.







Nel frattempo si sono potuti incastonare i brillanti anche negli altri due pezzi, che verranno montati in seguito.
Tutte queste parti devono essere incastonate con i pezzi separati, così da poter lavorare in modo preciso e pulito, o addirittura, in alcuni punti non sarebbero affatto raggiugibili, ne come incastonatura ne come finitura e lucidatura.







Finiti gli incastri e valutato che tutto sia come deve essre, ci si prepara alle saldature delle griff con i pezzi che hanno già i brillantini incastonati.
Li ho ben posizionati e legati con del sottile fil di ferro dolce, cioè tenero.
Ben legati, stretti in modo che siano fermi nella giusta posizione.
Stretti bene ma non troppo, la saldatura richiede un apporto notevole di calore e una tensione troppo forte potrebbe causare, a caldo, la rottura dei pezzi.








Oggi c'è chi opterebbe per fare queste saldature al laser che elimina questi problemi di tensioni, non apportando calore, ma soprattutto il laser evita il rischio, comunque esistente, della rottura, se non rottura ghiacciatura, opacizzazione, del diamante.
Il laser però effettua una saldatura più superficiale e se posso lo evito, preferisco una buona saldatura "vera", con i diamanti mi sento a mio agio e preferisco fare le cose bene.









Resta il fatto che puntare la fiamma addosso ad un diamante un po' di tensione, questa volta non al metallo ma a me, la crea. Quindi calma, aspettare il momento giusto e accendere la fiamma.
E' un diamante, è li da millenni, con i miei circa 1000 gradi centigradi non gli faccio nemmeno il solletico.
Però calma, queste sono operazioni che preferisco fare di notte, qui da solo, con tutto il mondo fuori.









Prima una puntatina sotto, nei gambi, così intanto sta fermo. Quel bianco che si vede è borace, un antiossidante, le leghe di oro ossidano alle alte temperature, devono quindi essere protette con il borace disciolto in acqua. Questo borace però con il calore "gonfia", tende a spostare le parti, lo si deve quindi dare più volte correggendo il posizionamento dei pezzi, con l'ausiglio di pinzette o punte da fuoco.











Bisogna però fare attenzione quando si da il borace e dandolo si va inevitabilmente a contatto con il diamante.
Il diamante può essere scaldato, anche molto, moltissimo,ma non deve essere raffreddato bruscamente, può bastare anche solo il contatto con il pennellino del borace e acqua per ghiacciare, ossia fratturare la pietra.
Quidi con calma, aspettando che la pietra si sia raffreddata gradatamente tra una stesura di borace e l'altra.












In questa immagine il borace è stato dato in abbondanza, per avere la certezza che tutta la zona che deve essere saldata sia ben protetta e non si creino ossidi che possono compromettere la riuscita di una buona saldatura.














Dopo che il borace è stato dato più volte, rispettando i tempi di raffreddamento, dopo che si sono puntati i pezzi, cioè dopo che sono stati dati piccoli punti di saldatura, si può iniziare a puntare la fiamma seriamente, in modo che la saldatura scorra ben liquida e unisca perfettamente le parti.
La saldatura è una lega sempre di Oro 750 ‰ ma con la correzione di altri metalli che abbassano il punto di fusione rispetto alle leghe normali.































Eseguite le saldature più difficili, quelle dei primi pezzi con il centro, con le griff del diamante, si posizionano gli altri due pezzi, gli ultimi, legandoli alla struttura centrale già compatta e robusta.
















Prima una, poi l'altra, ben legate in posizione si procede alla saldatura di questi pezzi, sempre con la medesima attenzione, sempre senza mai raffreddare bruscamente non solo il diamante centrale ma anche i brillantini.

















Sempre attenzione a tutto, facendo correre bene la saldatura, che unisca tutto bene, facendo però attenzione che non corra troppo.
Se la saldatura, quando è fusa, quindi liquida, arriva nella sgriffatura può diventare una tragedia, potrebbe diventare necessario dover smontare alcuni brillanti per ripulire bene, e in alcuni punti può non essere possibile.


















Non ci si può permettere di sbagliare mai, se si vule ottenere un risultato perfetto, e in un anello di questo genere come ho cercato di spiegare, di momenti di possibile errore ce ne sono veramente molti.



















Qui ho legato l'ultimo pezzo che compone l'anello, devo procedere con le ultime saldature . . . le fasi difficili e pericolose stanno per finire, ma non devo abbassare la guardia, devo procedere con la massima attenzione fino alla fine.




















Le saldature sono finite, non è successo niente alla pietra centrale e nemmeno ai 136 brillantini che corrono su queste belle striscioline d'oro.





















Qui sotto ho abbondato in alcuni punti con la saldatura perchè anche qui avevo preparato dei piccoli incastri per facilitare il posizionamento dei pezzi. Un po' di abbondanza in questa zona facilmente ripulibile mi toglie la possibilità di trovare, rifacendo a lima e sega le divisioni dei gambi, eventuali cavità dove la saldatura non è corsa.























Direi che le saldature sono ultimate.
A questo punto si tratta di lasciare per un po' l'anello nel "bianchimento" o "imbianchimento". E' un acido che scioglie il borace e disossida il metallo, almeno l'oro giallo. L'oro bianco è bene fare in modo che non ossidi proprio, o almeno non in punti impossibili da raggiugere.





















Eccomi alle fasi di finitura, come dicevo, ripristinare le divisioni tra i gambi togliendo la saldatura in eccesso e ridando forma alle singole parti.


















































Finito il mio lavoro di orafo, divento un chimico, un piccolo chimico. La rodiatura è un bagno galvanico che deposita il Rodio sulle parti di oro bianco, affinche non si depositi sul giallo lo devo proteggere con una vernice che verrà poi tolta con un diluente dopo il bagno. Devo fare questa operazione a puntate, aspettando che lo smalto asciughi per poterlo girare, appoggiare o tenere in mano senza toccare con la vernice l'oro bianco. Se tocco l'oro bianco devo togliere tutto e ricominciare, altrimenti l'oro bianco protetto dalla vernice non viene rodiato. E' quindi bene non sbagliare, anche se a differenza degli innumerevoli errori possibili da evitare fin qui, che avrebbero compromesso il risultato dell' oggetto, un errore in questa fase di smaltatura è solo una noia perchè tocca togliere tutto e ricominciare.


























In queste immagini l'anello finito, rodiato, tolta la vernice, lavato e asciugato.
E' stato un lavoro lungo e difficile, non è il primo oggetto di questo genere che realizzo, ma non per questo è stato più facile degli altri.
Rispetto agli altri realizzati precedentemente ho giusto un po' più chiari i passaggi fondamentali, le considerazioni di base che mi permettono di ottenere un buon risultato.



























Perchè ho deciso di pubblicare le fasi della lavorazione di questo anello ?
Un po' probabilmente per fierezza, si perchè io adesso sono in grado di affrontare oggetti di questo genere senza scompormi troppo.
Mi preoccupo, certamente, perchè sono oggetti difficili, importanti e devono essere perfetti, quindi li affronto con la massima serietà ed il massimo impegno.
Ma non solo . . .




























Il motivo principale è perchè penso che la gente, voi, chi vedrà queste immagini e avrà voglia di guardarle bene e di leggere ciò che ho scritto, non sa cosa c'è dietro un gioiello. Molti non immaginano nemmeno le difficoltà enormi che ci sono nel pensare, affrontare, decidere come procedere, procedere e fare. Eseguire, fino alla fine, un gioiello.
Io arrivo alla fine di molti oggetti impegnativi distrutto, distrutto e contento. Fiero. E perchè no ?
Dicendo che penso che molti non si rendono conto non intendo solo il pubblico, non solo chi acquista i gioielli, penso, anzi so, che anche molti gioiellieri non siano in grado di valutare il grande lavoro che certi oggetti richiedono.
Probabilmente anche qualche orafo che non si è mai cimentato in lavori del genere può essere portato a sottovalutarne le difficoltà.





























Avete visto come io affronto l'eseguzione di questo anello.
L'ho fatto perchè amo il mio lavoro, mi sono un po' scoperto.
Se vogliamo ho anche indicato la mia strada a qualche mio collega. Ammesso che qualcuno la trovi logica e giusta. L'anello, conoscendo o meno la strada è comunque da fare, fino in fondo, fino alla fine. Senza errori e gradevole all'occhio, anche un po' slanciato.
Vi ho però mostrato il lavoro, la mia procedura, solo da un certo punto in poi. In queste immagini, in questa storia, partiamo dai pezzi già fusi in oro.
Già fusi in oro tutti della forma giusta, con la sgriffatura per tutti i brillantini. Il grosso del lavoro, le decisioni, le proporzioni, le altezze da rispettare, le larghezze gli spessori, quello era già stato fatto in precedenza.
Posso affermare che in questa descrizione, in ciò che avete visto, bene o male il più era già stato fatto, mancava quel che avete visto, la lisciatura dei pezzi, gli incastri, le saldature, le finiture.
Vi assicuro che anche la prima parte, quella che non ho descritto, è interessante. E' anche più complicata.
L'ho comunque accennata.
Mi auguro che qualcuno trovi interessante questo mio lavoro
Andrea Parini





























1 commento:

  1. ...ancora una volta ti faccio i miei complimenti più sinceri..in questa occasione in particolar modo per la passione che trasmetti verso il nostro lavoro..."chapeau"!!!

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